Svago di traduzione e un estratto da Os modos do mármore + 3 poemas, scritto da Ondjaki e illustrato da Ana Varela (pubblicazione 2015), tratto dal blog Caderno da crítica ).
Restano i cantici, che sono illusioni, ma tu fai quello che ti chiedo: non credere ai miraggi; questo deserto è falso poiché la verità è stata già fin troppo scavata; persino questa che ti scrive non è una voce, bensì tante, voci talmente povere che non sapresti a chi prestare soccorso e quale cieco aiutare
il vortice si è scatenato, un turbine di alghe mi affoga, come se volesse spingermi sul fondo; il deserto, risvegliatosi, mi ha ridotto in cenere; la notte mi ha consumato e dentro di me il marmo si è indurito – e mi impedisce di portarti i pezzi di un violento messaggio; le mie corde vocali si solidificano quando cerco di dirti che “non ci restano ormai molti giorni, amore mio”
…
il corpo solido della chiesa
che sogna
il caldo, insano
il freddo
che la campana
ieri
tornerà a suonare
Scrivo i sogni
le pietre
le urla degli assenti
una volta e più volte ancora.
Scrivo il chiaro di luna, scrivo la quiete
raggi secchi di luce
negli occhi – per strada
di mareggiata…
volgono a termine le ore del mio castigo – dentro di me c’è l’ombra impermeabile alla cura ed io sono questo, mi assopisco e mi sveglio, sopraggiungano pure i fiori della scrittura, che arrivi l’intervallo sequenziale dei giorni, in cui il pazzo celebra la sua libertà provvisoria; che arrivino pure i lupi ad azzannare i miei commensali
volge a termine il destino e il ritorno al vortice – qui, dentro di me c’è la tristezza, un’opaca tristezza che agli altri appare come un giardino creativo e una cultura di idee; chiudete la porta al folle, serratelo dentro e lasciatelo insieme alla belva
Che vengano i fiori della scrittura, venga il miracolo dell’illusione, venga l’intervallo in cui il pazzo se ne va in giro come se fosse normale, liberate la belva che arriva inaspettata, poiché essa nasce dall’ombra più vicina, liberate la belva

One response to “Con le parole e le immagini degli altri: una poesia”
Semplicemente grandioso. Grazie Marian.
LikeLiked by 1 person