Florbela Espanca (1894-1930), autrice di sonetti, poesie e racconti, fu una delle prime donne femministe in Portogallo.
Le sue opere sono conosciute per il particolare stile avanguardistico, intriso di emozioni e di un’amara tristezza che sembra prevalere sul desiderio di felicità. Naaque a Vila Viçosa, nella regione dell’Alentejo, crebbe con sua madre e il padre rimase ignoto fino al riconoscimento che avvenne solo dopo la sua morte prematura. Ebbe due mariti e divorziò da entrambi, il primo era stato un suo compagno di scuola mentre il secondo era un ufficiale di artiglieria. Fece parte di un gruppo di scrittrici donne nella città di Évora, soffrì di nevrosi e la sua vita fu molto negativamente segnata dalla morte del fratello in un incidente aereo. Morì suicida ad appena 36 anni in seguito per intossicazione da barbiturici.
*Nota di traduzione: avevo trovato delle soluzioni per mantenere le rime del sonetto ma poi mi sono resa conto della forzatura nel voler far “suonare alla stessa maniera” due lingue foneticamente diverse. Ho deciso di rompere il legame metrico e far prevalere la parola con il suo significato semantico e il suono originale.
IO
Io sono colei che vaga persa nel mondo,
Io sono colei che in vita non ha il nord
Sono la sorella del sogno, e di questa sorte
Sono la crocifissa… l’addolorada…
Ombra di nebbia tenue ed evanescente,
E che il destino amaro, triste e forte,
costringe brutalmente alla morte!
Anima luttuosa sempre incompresa! …
Sono colei che passa e nessuno vede…
Sono colei che chiamano triste senza che lo sia…
Sono colei che piange senza sapere il perché…
Sono forse la visione del sogno di Qualcuno,
Qualcuno che venne al mondo per conoscermi
E che mai in vita mi incontrò!
***
Florbela Espanca (1894-1930) foi autora de sonetos, poemas e contos, uma das primeiras feministas de Portugal. As suas obras são conhecida por um estilo peculiar e vanguardista, repletas de emoção e de amarga tristeza que parece prevalecer sobre o desejo de se feliz. Nasceu em Vila Viçosa, Alentejo, fui criada pela mãe, de pai incógnito que só a reconheceu como filha depois da sua morte prematura. Teve dois casamentos que acabaram com divórcios, o primeiro com um colega da escola, o segundo com um oficial de artilharia. Participou a um grupo de mulheres escritoras em Évora, sofreu de neurose e a sua vida foi muito negativamente marcada pela morte do irmão em um acidente de avião. Suicidou-se com abuso de barbitúricos com apenas 36 anos de idade. Por uma curiosa assonância fonética, matou-se em Matosinhos…
EU
Eu sou a que no mundo anda perdida,
Eu sou a che na vida nao tem norte,
Sou a irmã do sonho, e desta sorte
Sou a crucificada… a dolorida…
Sombra de névoa ténue e esvaecida,
E que o destino amargo, triste e forte,
Impele brutalmente para a morte!
Alma de luto sempre incompreendida! …
Sou aquela que passa e nunguém vê…
Sou a que chamam triste sem o ser…
Sou a que chora sem saber porquê…
Sou talvez a visã que Algumém sonhou,
Alguém que veio ao mundo para me ver
E que nunca na vida me encontrou!
Referência: Poemas Seleccionados de Florbela Espanca.
6 responses to “Florbela Espanca IT/PT”
Qdo vivi em Évora, tantas vezes ouvi falar em Florbela Espanca. Os alunos da cidade, pelo menos da escola do meu filho, são levados a conhecer um pouco de sua obra.
Uma fato curioso é a sua suposta bipolaridade, e era nos momentos do ciclo maníaco que produzia seus textos. Há tb uma música portuguesa com uma de suas poesias, mas no momento, não me recordo.
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Obrigada, não sabia da existência da música mas depois do seu pelo comentário encontrei este artigo https://aviagemdosargonautas.net/2013/12/08/tres-cancoes-com-poemas-de-florbela-espanca/ .
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Sim. Estas e mais algumas poucas outras.
A Mariza é um dos grandes nomes do Fado atual. E Represas está para Portugal, como Caetano e Chico estão para o Brasil.
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Mi sono chiesta più volte il perché diverse menti geniali cercano la “scorciatoia” per abbreviare le loro sofferenze nel samsara… ci vuole coraggio. Nella poesia EU, già trovi una struggende tristezza. E la bipolarità forse è solo l’espressione clinica per etichettare persone che non riescono a trovare un “posto” in un mondo sempre più ostile. Non so, ma questo mi riempie di tristezza. Un abbraccio grande :-)c
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Cara Claudine, forse è una forma estrema e, come scrivi tu, “clinica”. Eppure vedo una punta di lucidità esagerata in Florbela , ma giusto una punta, ovvero quella che le ha permesso di mettere per iscritto i suoi “deliri” e “sentimenti senza frontiere”. Un caro abbraccio buona giornata! 🙂
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Anche Alda Merini aveva sofferto e patito, più volte rinchiusa in un nosocomio… e che dire di Alfonsina Storni? Non so, a volte penso che davvero per poter scrivere bisogna avere un piede “oltre questa realta”… bisogna provare visceralmente delle emozioni che sono soggettive ed uniche. Ma come come il mio dolce padre a volte scherzava dicendo: “ricordati, figlia, manicomio è scritto fuori dalle mura…”
Penso avesse ragione! Un abbraccione anche a te e sereno fine settimana (ho finito di rivedere il romanzo con le tue correzzioni… ora sono in dubbio… se magari cercare un editore un po’ più solido che mi possa anche fare un po’ di sostegno marketing. L’Edizioni Ulivo di Balerna pubblicherebbe subito, ma non mi danno nessun supporto!) :-)claudine
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