Al contrario dell’acqua, che si può conservare in bottiglia, le storie non possono essere imbottigliate senza evitare che si rovinino rapidamente.
Bisogna lasciarle all’aria aperta come animali selvaggi.
Bisogna lasciarle libere affinché possano correre completamente nude.Sors nacque il 23 novembre del 1895. Nel 1940 dipinse il quadro che oggi è appeso all’entrata di una delle case di via Alto da Fonte a Figueira da Foz.
L’entrata ha uno spazio relativamente piccolo, c’è un arco di legno sul lato destro esattamente sotto il dipinto di Sors. Di fronte c’è un orologio a pendolo, un mobile angolare e l’attaccapanni fatto con la metà di un’elica.
C’è una sega fatta di pesce-sega sulla parete a sinistra, statuette africane, quadri, bastoni, lance indigene, maschere, oggetti indecifrabili, piattini dipinti. In cima all’arco ci sono alcune zanne di elefante e un dente di ippopotamo. Il dente, quello vero e proprio, è grande ma la radice lo supera di gran lunga. La maggior parte di quello che facciamo, di quello che mastichiamo, dipende soprattutto da ciò che non si vede. Dipende dalle radici. Per tale ragione ho deciso di raccontare questa storia. Poiché ci sono cose che custodiamo dentro di noi ma che nessuno vede a prima vista. Possediamo dei paesaggi grandissimi che non si vedono, finché non li tiriamo fuori e mettiamo a nudo i nostri ricordi. Non c’è nulla di più potente di ciò che non si vede, come le radici dei denti di un Behemoth. Come un pittore sotto il lavandino.
Da O Pintor Debaixo do Lava-Loiças, Afonso Cruz, Caminho 2011.
Riferimenti:
Blog di Afonso Cruz
2 responses to “Estratto di Afonso Cruz”
un bel estratto. Un caro saluto
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[…] questo libro, così come il primo che ho letto dello stesso autore (non tradotto in italiano, ma eccone un estratto), si articola in capitoli brevi, facili da leggere e che fanno scorrere una narrazione arricchita […]
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