Reblog: La guerra inquina la terra, il MUOS pure

Fra le cose che nella storia dell’umanità sono sempre esistite c’è senza dubbio la guerra, insieme alla capacità di creare, alla comunicazione, al bisogno del nutrimento fisico e spirituale, all’amore e all’odio.

Lo scopo della guerra è rimasto a larghe linee invariato, con le dovute eccezioni, mirando all’annientamento dell’altro, all’affermazione della superiorità attraverso la conquista della terra o di altri beni materiali, accompagnato da un senso di gloria che nell’epica ha forse trovato la sua forma di espressione forse più positivamente esplicita.

Sovente i volti degli uccisori sono rimasti coperti: alcuni guerrieri pre-medievali e medievali si coprivano il capo con un velo, in altre circostanze l’armatura nascondeva completamente l’identità della persona, in altri casi gli artefici hanno agito a distanza, senza farsi vedere da nessuno.

Tuttavia, qualcosa è profondamente cambiato nella guerra, ovvero che anticamente la si combatteva puramente con la forza fisica, con la violenza carnale, impugnando e infilzando lame taglienti nei corpi e strumenti rudimentali di tortura, mentre col tempo è diventata più invasiva nei confronti dell’ambiente circostante. Con la trasformazione della società, l’industrializzazione e lo sviluppo tecnico le armi sono cambiate e si è riusciti persino a rompere un atomo per generare energia distruttiva.

La guerra inquina, ha un evidente potere devastante, eppure continua a generare un enorme profitto per alcuni, motivo per il quale forse avrà una ragione – sia pur perfida- di esistere.

Condivido il seguente articolo di Cristina di Pietro:

via La guerra inquina la terra, il MUOS pure


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